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Articoli e newsSaldo e stralcio

Maggio 31, 2019

Saldo e stralcio: la transazione tra debitore e creditore

Il saldo e stralcio è la soluzione più rapida e meno dispendiosa per raggiungere un accordo stragiudiziale che definisca una vertenza in materia di obbligazioni civili. In questo articolo analizzeremo nel dettaglio questo strumento di risoluzione delle situazioni pendenti tra creditori e debitori, valutandone i vantaggi, gli effetti e la giurisprudenza in materia.

L’obbligazione pecuniaria, avente cioè ad oggetto una somma di denaro ai sensi dell’art. 1277 c.c., riveste una particolare importanza nei rapporti economici. Ognuno di noi, nella pratica quotidiana, contrae obbligazioni pecuniarie: l’acquisto di un bene, la fruizione della prestazione di un medico o un avvocato, il pagamento di un canone di affitto e così via.

Naturalmente, le obbligazioni pecuniarie vanno correttamente adempiute; se così non avviene, si ingenera il cosiddetto “inadempimento”, ossia il conflitto tra creditore e debitore. Ed è qui che entra in gioco la professionalità dei legali.

Il saldo e stralcio rappresenta una delle possibili soluzioni di questo conflitto. Esaminiamola nel dettaglio.

Saldo e stralcio: cos’è e perché è conveniente per le parti

L’accordo transattivo tra debitore e creditore può prevedere che il primo corrisponda al secondo una somma di denaro inferiore rispetto a quello che effettivamente è l’importo del debito, e tale pagamento venga accettato dal creditore. Si parla, in tal caso, di saldo e stralcio ed è una prassi piuttosto diffusa specialmente nei rapporti debitori contratti nei confronti degli Istituti di credito.

Lo stralcio, in termini commerciali, sta appunto a significare la totale estinzione dell’originario debito a seguito di adempimento dell’accordo transattivo per una somma inferiore rispetto a quella originariamente pattuita.

Il pagamento può avvenire in unica soluzione, ovvero prevedendo versamenti rateali sino a totale soddisfacimento della somma concordata (si parla in tal caso di piano di rientro).

A chi conviene il saldo e stralcio

I vantaggi di questa pratica stragiudiziale sono ictu oculi evidenti per la parte debitrice: la riduzione della somma complessiva da corrispondere può arrivare ad un abbattimento anche del 50% o addirittura oltre del debito effettivo, ove ne ricorrano i presupposti.

Ma possono esserci vantaggi notevoli anche per la parte creditrice.

Anzitutto in termini di abbreviazione dei tempi di realizzo del proprio diritto di credito rispetto alle lungaggini di un’attività giudiziaria.

Nella stessa ottica, l’adesione ad una proposta di saldo e stralcio consente anche un risparmio notevole di spese legali, evitando il ricorso (ove possibile) alle procedure esecutive o di recupero coattivo predisposte dal legislatore.

Infine, non da ultimo, la stessa effettiva rimborsabilità del proprio credito. A volte, infatti, il debitore non è mai stato o non è più un soggetto solvibile: magari è impossidente ab origine, oppure si è spogliato giuridicamente dei propri beni e per il creditore non sussistono più le condizioni che la legge richiede per agire in revocatoria. Ebbene in tutti questi casi la soluzione transattiva può rappresentare l’unica strada per ottenere l’adempimento, seppur parziale, del proprio credito.

Come dire, meglio feriti che morti.

Quanto offrire in una proposta di saldo e stralcio

Nel valutare l’opportunità di avanzare una proposta di tal specie al proprio creditore, la prima domanda che ci si pone è: ma quanto occorre offrire in transazione?

Ebbene, non vi è una regola specifica, o meglio non vi sono margini stabiliti per legge. Occorre valutare con estrema attenzione e professionalità vari fattori:

  • la natura del debito, se ipotecario o chirografario
  • la presenza o meno di garanzie accessorie (fideiussioni, pegni, ecc)
  • la datazione del debito: più è “antico” e maggiori saranno le possibilità di ridurre la somma offerta
  • un eventuale parziale adempimento già effettuato
  • la presenza di un patrimonio, immobiliare o mobiliare, in capo al debitore che sia “aggredibile” dal creditore ed il relativo valore commerciale.

Queste sono solo alcune delle varie considerazioni da effettuare.

Data la complessità delle questioni da valutare, è sempre opportuno affidarsi ad un legale esperto in transazioni bancarie.

Gli effetti giuridici del saldo e stralcio

L’accordo tra le parti volto a definire la transazione a saldo e stralcio di un’obbligazione pecuniaria produce gli stessi effetti di un accordo contrattuale.

Non si produce, tuttavia, alcuna forma di “novazione” ai sensi dell’art. 1230 del c.c. ossia estinzione dell’originaria obbligazione che viene sostituita dal nuovo accordo a saldo e stralcio.

Specialmente nel caso di accordi con le banche, infatti, parte creditrice esclude espressamente il carattere novativo della transazione. Tanto poiché, in caso di mancato rispetto di quanto pattuito, il debitore rimane obbligato per l’intera originaria obbligazione.

Ove al contrario l’accordo a saldo e stralcio venga correttamente rispettato, e vi sia pertanto l’adempimento integrale dell’accordo, il debitore sarà finalmente libero nei confronti del creditore. Quest’ultimo, difatti, rilascerà ampia quietanza liberatoria di non aver più nulla a pretendere in relazione all’obbligazione originaria.

Saldo e stralcio: per approfondire

Sentenza 12876/15: la Suprema Corte ha affermato che l’accordo transattivo a saldo stralcio non costituisce una transazione novativa. “Le parti si limitano a convenire una diversa entità del debito e nuovi termini e modalità di pagamento dello stesso rapporto preesistente; quest’ultimo rivive nel caso di mancato rispetto delle nuove condizioni concordate a saldo stralcio”.

Sentenza 22231/2014:Il debito residuo dei debitori non transigenti è destinato a ridursi in misura corrispondente all’ammontare di quanto pagato dal condebitore che ha transatto solo se costui ha versato una somma pari o superiore alla sua quota ideale di debito. In caso contrario, se cioè il pagamento è stato inferiore alla quota che faceva idealmente capo al transigente, il debito residuo che resta tuttora a carico solidale degli altri obbligati dovrà essere necessariamente ridotto (non già di un ammontare pari a quanto pagato, bensì) in misura proporzionale alla quota di chi ha transatto, giacché altrimenti la transazione provocherebbe un ingiustificato aggravamento per soggetti rimasti ad essa estranei”.

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